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Il corpo che racconta

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In tutti i percorsi artistici bisogna scegliere bene i propri strumenti di lavoro, scoprirli, lavorarli ed affinarli. In questo percorso lavoreremo lo strumento d'eccellenza dell’attore: il corpo. Prima di lavorare con il testo, con costumi, oggetti e scenografie impareremo a disegnare lo spazio scenico attraverso il movimento. Esploreremo sentimenti e psicologia del personaggio attraverso un lavoro fisico, scopriremo come la comunicazione non verbale può divenire una estensione del testo parlato e come la tecnica di movimento, i ritmi e le pause possono cambiare totalmente il significato dei nostri gesti.

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Come in un naufragio, prima salveremo il fondamentale e poi si penserà a tutto il resto. Attraverso un lavoro di coscienza del proprio corpo, esercizi di improvvisazione e narrazione fisica, arriveremo alla creazione di una scena. Il laboratorio mira a esplorare l'universo artistico di ogni partecipante e a valorizzarne l'unicità.

La tragedia

 

Lo studio della tragedia classica è un passaggio fondamentale nella formazione attoriale, da cui non si può prescindere, in quanto questa racchiude in sé la potenza dei grandi sentimenti universali e le origini del teatro stesso. L’Eroe e il Coro si rispecchiano e si rafforzano a vicenda, in un crescendo fisico e drammatico di una moltitudine di corpi che si muovono insieme e che sfocerà nella liberazione del testo. Il corpo dell'attore si trasforma, acquisisce una nuova presenza e una nuova consapevolezza, trova la potenza dell'eroe e la grandezza del divino. Nella nostra esplorazione approfondiremo un testo classico di tragedia greca utilizzando lo strumento del Coro. Non ci affideremo a dei modelli di movimento prestabiliti, ma saranno i corpi degli attori, ognuno diverso dall'altro, che fondendosi come gli strumenti di un’orchestra, comporranno sinfonie in movimento sempre nuove.

L'eroe quotidiano

Volontà, scelta, sacrificio.

 

Attraverso lo studio delle sue dinamiche più intrinseche esploreremo l'universo drammatico, dove un silenzio o un gesto pesano più di mille parole ed è il corpo che sente e restituisce il sentimento, in quanto vera e propria sede della memoria emotiva.

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Questo lavoro prende spunto dal Melodramma, inteso come dramma messo in musica e cantato, le cui tematiche, basate sui grandi sentimenti e i conflitti umani e sociali, hanno un forte impatto emotivo sul pubblico. In questo contesto le tematiche che affronteremo saranno anche quelle nostra attualità e saranno proposte proprio dai partecipanti. Cercheremo insieme un dramma umano, universale e potente da far raccontare ad una moltitudine di corpi, che come strumenti musicali, si accordano per trovare l’armonia e suonare insieme. La musicalità tipica del Melò verrà tradotta in movimento grazie al lavoro sul Coro. Un territorio dove il singolo e il gruppo sono uno l'eco dell'altro, dove ogni gesto racconta, ogni gesto è moltiplicato ed ingrandito per conquistare uno spazio lontano dal quotidiano, per far vivere l'immensità del dramma e raccontarne ogni sfumatura.

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Utilizzeremo come pretesto un testo teatrale, ma gli allievi ne scopriranno il titolo e la trama solo dopo l'esplorazione delle sue dinamiche base grazie al lavoro di improvvisazione. Questo metodo permette di “arrivare” al testo senza “recitarne” le parole.

Improvvisazione

 

"La Creativita' e' l'intelligenza che si diverte"

A. Einstein

 

L'improvvisazione é un salto nel vuoto. C’è bisogno di coraggio per poter saltare.

In questo workshop approcceremo l'improvvisazione da diversi punti di vista. Da un lato affronteremo l'improvvisazione “efficace” e cioè quella che ci da la prontezza necessaria per creare una scena nell’attimo presente e dall'altro utilizzeremo l'improvvisazione come strumento di creazione, che potrà essere declinato drammaticamente, comicamente o secondo lo stile della nostra ricerca. Inizieremo a improvvisare su delle situazioni di "vita quotidiana" con i suoi codici e i suoi silenzi e mano a mano le situazioni diventeranno sempre più complesse ed estreme, mettendo sempre più in gioco i grandi sentimenti ed il nostro immaginario. Questo verrà risvegliato e nutrito con la finalità di scoprire cosa di questo bagaglio di esperienze ed emozioni possiamo utilizzare sulla scena. Bisognerà imparare ad accettare il fallimento, ad accogliere l’errore e soprattutto a sbagliare con piacere.

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Questo lavoro prende spunto dalle improvvisazioni ideate dal pedagogo Jacques Lecoq, pioniere del teatro di movimento, le quali unite ad un grande lavoro di osservazione, ci permetteranno di comprendere quali sono i fondamentali di un buon improvvisatore. Come si improvvisa da soli o in gruppo? Come si entra in scena e quando? Come "sento" il ritmo di una scena che non conosco? Ascolto, coscienza del corpo, ritmo, poesia e silenzio sono le parole chiave per rendere questo salto nel vuoto unico.

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L'assurdo

 

"Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non importa.

Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio."

S. Beckett

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In genere quando si usa l’espressione: "Questo è Assurdo!" è solo un modo di commentare la realtà. Per lavorare questo stile partiremo quindi proprio dalla realtà e solo quando le regole del gioco universalmente riconoscibile saranno definite, potremmo deformarle - per far spiccare il volo ad ogni immaginario, perdendoci nell'immensità dei mondi di ognuno. L'assurdo non è privo di senso (com'è invece il “No Sense”) ma descrive, accentuandolo, storpiandolo o colorandolo, un fenomeno o un aspetto molto preciso della realtà. Proprio per questo motivo questo genere è uno dei più complicati, perché, rispetto ad altri, ha molte meno regole e imposizioni. Il Workshop non potrà che essere una palestra dove cercheremo di far incontrare e scontrare temi, immaginari, corpi e punti di vista.

La creazione collettiva

 

Questo corso è pensato per permettere agli attori di confrontarsi alla creazione collettiva, di sviluppare la capacità di lavorare in gruppo e di mettersi al servizio di una storia, chiedendosi: “di che cosa voglio parlare? E…. come?”.

  • Cosa?

Il “cosa” potrà nascere da una drammaturgia guidata o già esistente o elaborato interamente dagli allievi.

  • Come?

Una parte del lavoro sul “come” è dedicata al “come si costruisce una storia?”. Durante le lezioni daremo vita ad un vero e proprio laboratorio di drammaturgia cercando di rispondere alle domande: quali sono i momenti da raccontare di una storia e quali quelli da far solo immaginare? Come si usa un flashback e perché? E ancora: “come si sviluppa un personaggio principale? Come uno secondario?”

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I partecipanti arriveranno ad una messa in scena originale e collettiva. La collettività in questo contesto si fonde alla coralità. Gli attori, sempre in scena, troveranno la coralità che dà vita allo spazio grazie al proprio in corpo in movimento. Prima di lavorare con il testo, i costumi, gli oggetti e le scenografie gli attori impareranno a lavorare con il loro primo strumento: il proprio corpo.

Le maschere larvali

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Le maschere larvali sono maschere intere, come dice il nome stesso, sono maschere in divenire: essenziali in quanto prive di espressioni, ma caratterizzate da una forma chiara, netta e spesso stravagante, che ne definisce la personalità. Grossi nasi a patata, fronti sporgenti, menti all'insù, facce allungate, tondeggianti o squadrate: qualsiasi sia la fisionomia della maschera questa si traduce istintivamente nel corpo di chi le indossa. Sono maschere magiche, pronte ad ispirare personaggi sempre nuovi nel loro universo silenzioso fatto di ingenuità e poesia. Le maschere larvali sono un ottimo strumento pedagogico: permettono un primo approccio allo studio del teatro di maschera e alla creazione attraverso la comunicazione non verbale.

Il workshop prevede una fase di esplorazione e improvvisazione e una fase di creazione di scene in maschera.

Laboratorio

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Questo laboratorio si ispira alla pedagogia Lecoq ed è proposto a chi vuole scoprire o approfondire la ricerca teatrale attraverso il teatro di movimento. Questo privilegia l’uso del corpo come principale veicolo di espressione, un corpo anti-quotidiano, che si deforma e si trasforma per potersi esprimere a 360 gradi. Corpo che sente e restituisce il sentimento, in quanto vera e propria sede della memoria emotiva. Voce e parola sono così considerate come estensione dell’espressione del corpo.

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Durante questo percorso, basato sullo sviluppo dell'immaginario al servizio della creazione teatrale, si punta a stimolare gli allievi rispettandone la personalità e valorizzandone le differenze, senza proporre modelli da imitare. Il corso punta a sviluppare l'unicità di ogni allievo e i suoi punti di forza, allena al lavoro di gruppo attraverso il quale si acquisisce la capacità di creare in modo propositivo e collettivo.

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L'attore in questo contesto diviene un vero e proprio artigiano che crea liberamente in uno spazio privilegiato e protetto, dove l’errore non è visto in maniera negativa, ma come ingrediente necessario alla creazione.

 

Gli STRUMENTI con cui lavoreremo in questo laboratorio sono:

  • Lo studio della coscienza del corpo e dello spazio.

  • L'osservazione del mondo circostante.

  • Analisi delle dinamiche di movimento.

  • L'improvvisazione.

  • La creazione collettiva.

Durata dei corsi

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Il laboratorio può durare da 3 mesi a un anno.

 

Tutti gli Workshops possono durare:

  • 2 giorni (weekend) - 6 ore al giorno.

  • 1 settimana - 4/6 ore al giorno.

  • 2 settimane - 4/6 ore al giorno.

 

E possono essere combinati tra di loro in base all'esigenza pedagogica. Per esempio:

  • 1 settimana di Il corpo che racconta + 1 settimana di Creazione collettiva oppure

  • 2 giorni di Improvvisazione + 2 giorni di Il corpo che racconta + 2 giorni di Maschere larvali oppure

  • 2 giorni di Improvvisazione + 1 settimana di Tragedia.

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